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Negli ultimi anni I Bolognesi hanno approfittato dall’arrivo dei turisti, pronti a spendere i loro dollari o yen mentre godono le mete sante come le Sette Cappelle di Santo Stefano o la residenza di Lucio Dalla in Piazza dei Celestini. Questi visitatori, stuzzicati da articoli nei giornali stranieri o dai consigli degli amici, arrivano pronti a saggiare i famosi gelati o tortellini. Nell’ombra delle Due Torri molti negozi di una volta si sono trasformati in fabbriche di fast food o di pasta fresca da consumare in loco. Qualche anno fa l’unica gelateria in Centro era “da Pino” in Via Castiglione. Ormai c’è ne una su quasi ogni angolo.

Oggigiorno il motore più potente di guadagno è il “wine bar,” un concetto relativamente nuovo. Si sono molteplicati esponenzialmente attraverso la città. Per un’investimento comparativamente piccolo possono rendere dei profitti in fretta.Una persona intraprendente può affittare un modesto negozio vuoto, fornirlo con dei mobili economici da giardino, e comprare delle casse di vino scadente da vendere a € 5 al calice. Un piccolo forno a microonde può produrre degli stuzzichini per aumentare la sete ed i profitti. Il principio fondamentale è che il posto apra al tramonto e che chiuda all’alba. Molti clienti preferiscono di sedersi fuori sul marciapiede dove possono fumare, anche nell’inverno. Ci vuole poca fantasia per immaginare che, dopo qualche calice di vino o birra, alcuni diventino rumorosi o belligeranti. Che il Signore aiuti i vicini che solo qualche anno orsono hanno comprato casa in quella che pensavano fosse una zona tranquilla, solo per scoprire che ora abitano nel cuore di una movida. Le leggi sulla zonizzazione urbanistica a Bologna sono curiose: più banche, bar o negozi di ottica, per esempio, si possono trovare quasi spalla a spalla.

Giacchè il Centro è rimasto pressappoco invariato dal medioevo le strade sono della larghezza di un vicolo. I posti per parcheggiare sono scarsi. Per i turisti girovagando a piedi di giorno questo non è un problema. Dopo tramonto, però, i festaioli notturni compaiono, pronti a divertirsi. Molti arrivano con motociclette, le quali parcheggiano sul marciapiede. Esiste pure una passione per esibire gli automobili di lusso. Delle Porsche e Land Rover occupano qualsiasi spazio disponibile, compreso quello delle zone di divieto di sosta, anche con l’ammonizione di rimozione forzata. Di rado i vigili urbani si fanno vedere. Addirittura le zone zebrate per pedoni agli incroci vengono occupati, costringendo i pedoni a camminare nel traffico. Mi chiedo dell’entità della guida sotto l’influenza di alcol – i bevitori non utilizzano il trasporto pubblico e sembrano riluttanti a muoversi a piedi, se non in gruppi di gente alticcia e rumorosa.

L’assunzione di più calici di vino o birra prima o poi conclude con la necessità di svuotare la vescica. Il numero di bagni pubblici è limitato, in particolare da quando hanno chiuso il sottopassaggio di Via Ugo Bassi per l’insorgenza di scippi ed altri reati. I bar e ristoranti sono tenuti a fornire un gabinetto per i clienti, ma apparentemente non di numero sufficiente per evitare la minzione all’aperto su una vasta scala. Il Comune, infatti, provvede alla disinfezione stradale ogni notte con degli autobotti che spruzzano nei luoghi bui, dove la gente tende a nascondersi per fare i suoi bisogni. L’odore dolciastro del disinfettante è quasi tanto sgradevole quanto l’urina stessa! Alcune città come Venezia hanno bagni pubblici più accessibili, chiaramente segnalate con cartelle stradali. Sembra che sia meno costoso spruzzare le strade che costruire dei bagni pubblici. Una via vicino a Piazza Santo Stefano è talmente maleodorante che è stata ribattezzata dai locali “Via dei Cessi,” un vero peccato perchè conduce ad un borgo bellissimo.

A Roma e Firenze non è insolito degli vedere uomini affacciati ad un muro per soddisfare i loro bisogni corporei spudoratamente anche in piena vista di gruppi di turisti e famiglie che passano. Scompaiono i classici vespasiani, una volta numerosi.  E il fenomeno non si limita all’Europa; anche a San Francisco e Los Angeles il fenomeno di liberarsi all’aperto si verifica in rapporto al numero di senzatetti in crescita. Chissà se a Bologna si potrebbe finanziare la costruzione di più bagni pubblici, almeno in parte, con i soldi ricavabili dalle multe per divieto di sosta nelle zone di baldoria notturna? Io ci penserei . . .